In tutta Europa, i professionisti della sicurezza si trovano sempre più spesso a dover bilanciare due esigenze fondamentali: proteggere le infrastrutture critiche e rispettare le rigorose normative sulla protezione dei dati.
I sistemi di sorveglianza tradizionali, in particolare quelli basati su video, possono creare non pochi problemi dal punto di vista della conformità: spesso è necessario ottenere il consenso, gestire con attenzione i dati personali identificabili (PII) e garantire pratiche di archiviazione sicure. Con il GDPR a dettare le regole in materia di privacy, sempre più organizzazioni stanno valutando la tecnologia LiDAR come un'alternativa efficace e conforme alla videosorveglianza.
Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) disciplina la raccolta, l’archiviazione e il trattamento dei dati personali. Nel caso della videosorveglianza, ciò riguarda spesso immagini di volti, targhe di veicoli o comportamenti riconducibili a una persona specifica. Questi identificatori rientrano pienamente nell’ambito di applicazione del GDPR e comportano obblighi stringenti in materia di conformità.
Diverse aziende hanno subito sanzioni e multe significative a causa di pratiche di sorveglianza non conformi ai requisiti del GDPR. Una nota piattaforma di e-commerce è stata multata per 32 milioni di euro per quella che i regolatori hanno definito una “sorveglianza eccessiva dei dipendenti”, dovuta all’uso di sistemi di scansione e videosorveglianza che superavano il limite tra monitoraggio della produttività e controllo invasivo.
Allo stesso modo, un’azienda specializzata in riconoscimento facciale ha ricevuto una multa di 30,5 milioni di euro per aver creato un database di profili biometrici raccogliendo miliardi di immagini online senza il consenso degli utenti, evidenziando i rischi legali connessi alla raccolta non controllata di video e immagini.
Utilizzare sistemi che raccolgono dati identificabili, sia nei luoghi di lavoro che in spazi pubblici, comporta rischi significativi in termini di conformità e reputazione.
È proprio per questo che un numero crescente di organizzazioni sta valutando soluzioni basate sul principio della privacy by design, come la tecnologia LiDAR, che consente un rilevamento accurato senza trattare dati personali.
Il LiDAR, acronimo di Light Detection and Ranging, adotta un approccio radicalmente diverso al rilevamento. Alcuni modelli selezionati di sensori LiDAR mappano il movimento di persone o oggetti utilizzando impulsi laser invisibili. Questo genera dati spaziali che mostrano cosa sta accadendo, senza rivelare chi è coinvolto nello specifico.
In termini di GDPR, ciò significa che il LiDAR, generalmente, non raccoglie dati personali: non vengono registrate immagini facciali, targhe o altri identificatori, riducendo in modo significativo il rischio di violazioni che possano esporre contenuti sensibili. In molti casi d’uso, non è necessario ottenere il consenso o gestire i diritti sui dati, con un conseguente alleggerimento operativo e amministrativo.
Allo stesso tempo, il LiDAR garantisce un rilevamento dettagliato e affidabile. I dispositivi REDSCAN sono in grado di monitorare dimensioni, distanza e posizione con elevata precisione, indipendentemente dalle condizioni di illuminazione o temperatura. Questi sensori creano vere e proprie barriere o tende virtuali in grado di rilevare immediatamente movimenti non autorizzati, attivando contestualmente la registrazione delle telecamere CCTV vicine per memorizzare le immagini in caso di allarme.
In ambienti critici dove accuratezza, continuità operativa e discrezione sono fondamentali, come sottostazioni elettriche, data center, aeroporti o siti governativi, il LiDAR sta trovando un’adozione sempre più ampia, soprattutto in aree ad accesso molto ristretto, dove l’uso di riprese video può rappresentare un rischio.
Sistemi come il REDSCAN RLS-2020A offrono copertura di ampie aree e una configurazione flessibile delle zone, adattandosi perfettamente a contesti complessi o sensibili. Questo consente di distinguere tra diversi tipi di movimento (ad esempio, una persona rispetto a un veicolo) e di impostare soglie di intervento diverse. Alcuni modelli includono una videocamera interna usata esclusivamente per l’allineamento e l’ottimizzazione del sensore: le immagini sono criptate e non accessibili agli operatori.
A differenza delle telecamere, i sensori LiDAR non sono influenzati da scarsa visibilità, bassa luminosità o riflessi. E poiché non archiviano contenuti sensibili, il rischio di incidenti informatici che espongano dati personali è drasticamente ridotto.
Un vantaggio spesso trascurato è l'integrazione: i sensori LiDAR offrono la possibilità di scegliere tra IP e connessione tramite terminali di ingresso/uscita (IO) e alcuni modelli selezionati sono conformi al profilo S ONVIF. Tutti i modelli possono essere integrati nella maggior parte dei sistemi di gestione video e dei flussi delle telecamere, compresi i prodotti legacy come RLS-3060L, SH e RLS-2020I/S, realizzati per facilitare l'integrazione. Con l'aiuto del LiDAR, è possibile aumentare la sicurezza nei luoghi in cui il GDPR è più importante, mantenendo un ulteriore livello nell'approccio di sicurezza multistrato.
Le autorità di regolamentazione in tutta Europa continuano a promuovere principi come la minimizzazione dei dati e la privacy by design. La tecnologia LiDAR si inserisce perfettamente in questo contesto: non raccoglie dati visivi che possano identificare una persona, ma si limita a rilevare oggetti con un determinato volume che rappresentano una potenziale minaccia, attivando un allarme.
Detto ciò, è comunque importante adottare le buone pratiche previste dal GDPR: definire chiaramente la finalità del trattamento, evitare la conservazione eccessiva dei dati e mantenere la massima trasparenza con gli stakeholder restano aspetti fondamentali, anche quando non vengono trattati dati personali. Tuttavia, il percorso verso la conformità è più semplice e i rischi intrinseci sono decisamente più contenuti.
La crescente attenzione alla privacy nella videosorveglianza rende sempre più importante, per i professionisti della sicurezza, valutare tecnologie alternative. Il LiDAR rappresenta una soluzione consapevole e innovativa, in grado di rispondere alle esigenze operative delle infrastrutture critiche, rispettando al tempo stesso la solida cultura europea in materia di protezione dei dati.
In OPTEX, siamo orgogliosi di supportare le organizzazioni che cercano questo equilibrio. La nostra serie REDSCAN unisce un rilevamento avanzato a un approccio orientato alla privacy, contribuendo a creare ambienti sicuri e rispettosi dei diritti individuali.